Io e la "sconosciuta" a confronto
giovedì 17 dicembre 2009
Sarà un caso?
Non c'è voluto molto per capire di chi stesse parlando, uno degli zii "ritrovati" da poco.
Ho cercato di ritardare questi incontri perchè non è che ne abbia molta voglia (per i motivi che ho citato qualche post fa), ma era inevitabile che prima o poi dovessero avvenire e questo è stato solo il primo!
Sarà stato un caso che, mentre entravo in casa e li sentivo chiacchierare e sorridere affabilmente come se il tempo non fosse passato, abbia rivisto come in un flashback quando eravamo seduti alla stessa tavola e non rivolgeva la parola a nessuno, nemmeno alla sottoscritta?
Sarà stato un caso che, mentre mi chinavo a salutarlo fingendo di essere disinvolta, abbia rivisto la scena in cui ci "invitava" a lasciare la casa di mia nonna?
Mio padre è tutto contento di questa nuova situazione e io posso anche esserne felice per lui, ma il punto è solo uno: non posso farci niente, ma per me sono diventati tutti degli estranei. C'è poco da discutere!
mercoledì 9 dicembre 2009
Riflessioni a voce bassa
Sento la voglia di uno spazio tutto mio dove rifugiarmi e dove non ci siano interferenze da parte di nessuno.
Avverto una strana voglia di libertà, di fare quello che mi va senza dover renderne conto a nessuno, di non stare sempre a guardarmi attorno e vorrei non sentirmi sempre il fiato sul collo. Mi irrita!
Fondamentalmente credo siano solo problemi che mi creo da sola, colpa del mio carattere schivo, della mia mancanza di capacità di raccontarmi e di condividere.
A volte mi sembra di vivere su due piani paralleli che non si incontreranno mai. E come potrebbero? La geometria ci insegna che le parallele mantengono la stessa distanza all'infinito e questa è una verità inconfutabile.
Ma tutta questa voglia di libertà, di riservatezza, di odio contro le interferenze esterne, di ribellione agli schemi, non è tipica dell'adolescenza? E come si spiega allora?
mercoledì 2 dicembre 2009
Ma come si fa?
Mi limito a dire che spesso ci ritroviamo ad avere fratelli, sorelle, cugini e amici dei ragazzi di cui ci occupiamo regolarmente.
Siamo 3 persone e ognuno di noi ha i propri compiti ben precisi, che anche i ragazzi hanno imparato a conoscere, per cui, di volta in volta, si rivolgono all'una o all'altra per ricevere l' aiuto di cui hanno bisogno. Questo non esclude che nei momenti di caos, possiamo scambiare i ruoli per venirci incontro, soprattutto per quanto riguarda i più piccoli.
Ebbene tra i più piccoli di quest'anno c'è una bambina graziosissima, di cui io mi non mi occupo, ma ogni tanto capita di doverle far ripetere una lezioncina, una poesia o qualcos'altro.
Qualche giorno fa, aspettava che venissero a recuperarla per tornare a casa, così si è piazzata vicino a me. Io stavo facendo fare geometria analitica ad una ragazza e lei sentiva nominare ogni due secondi la x e la y, che lei naturalmente conosce a malapena come letterine straniere all'interno del nostro alfabeto. Molto incuriosita, è rimasta ad osservarci per un po'. Tra un esercizio e l'altro mi sono messa a chiacchierare con lei e le ho rivelato che anche suo fratello usa quelle lettere, "lettere da grandi" le ho definite.
La piccoletta, molto vispa e intelligente, ha tratto le sue conclusioni "Per questo non capisce niente!".
Fantastico! Sono scoppiata a ridere senza ritegno. :-D
Ieri poi doveva ripetermi una lezioncina sulla causa che produce un effetto e così ha iniziato con qualche titubanza. All'improvviso perde il filo del discorso e puff, scoppia in una risata sonora e contagiosa, trascinando naturalmente anche me.
Ma come si fa a resistere, a fare le persone serie e severe? :-O
Io non ci riesco ;-)
lunedì 23 novembre 2009
Sempre sulla difensiva
Appena qualcuno tenta di infiltrarsi oltre le mie barriere, anche solo per provocarmi, per divertirsi un po' a suscitare una mia reazione o per provarmi quanto certi miei comportamenti siano assurdi e farmici riflettere un po' su, ecco che istantaneamente ed istintivamente mi metto sulla difensiva, magari pronta a dissuadere con argomentazioni un po' fragili, dal punto di vista altrui. (E, a volte, anche dal mio)
Non mi piace questo lato del mio carattere, vorrei cercare di migliorare, ma come si fa? E' un comportamento talmente radicato ormai...
Qualcuno mi dice che sono pronta a riconoscere i miei problemi, ma che poi non mi impegno abbastanza per risolverli, anzi mi rifiuto proprio di farlo.
Che abbia ragione, forse? Chissà!
giovedì 19 novembre 2009
Forse, a volte, sarebbe meglio controllare i pensieri...
giovedì 12 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
Eccomi....
E' stato infettato da un virus che lo ha reso lento più di una lumaca. E' stato impossibile risolvere il problema e quindi ha subito una formattazione. Ho pertanto perso foto, documenti e mail a cui ero particolarmente affezionata.
Tanto per completare al meglio l'inconeniente, il tecnico probabilmente stava pensando a qualcos'altro o a qualcun altro, invece di occuparsi del mio pc, e così ha dimenticato un particolare insignificante: installarmi office :-O
Quindi il problema è risolto solo in parte, ma almeno sono potuta tornare insieme a voi ;-), che è già molto.
In questi giorni di assenza ci sono state poche novità, a parte che sono invecchiata di un anno e che mi sono auto-regalata un cellulare più tecnologico per sopperire all'impossibilità di comunicazione forzata.
martedì 27 ottobre 2009
I piccoli folletti
Quest’anno ce ne sono diversi piuttosto piccoli.
Il più piccolo in assoluto non ha ancora 6 anni, caschetto biondo, occhiali grandi e una faccina da birbante. In questo momento è alle prese con le vocali, ma per lui è un duro lavoro soprattutto star fermo. Quando si stanca di scrivere delle lettere che nemmeno sa leggere, decide che è il momento di andare a far pipì e così entra ed esce dal bagno sotto lo sguardo divertito di tutti.
Poi ci sono due bambine che frequentano la seconda elementare e che non possono essere più diverse l’una dall’altra! Una biondissima, l’altra mora. Una ordinatissima e precisa, l’altra la personificazione del disordine e del caos.
La biondina poi è proprio carina. Le mancano un po’ di dentini davanti e quando sorride (in pratica sempre) è proprio carina. In più ha una risata fragorosa e contagiosa che all’improvviso si sente scoppiare e allora tutti ci ritroviamo inevitabilmente con un sorriso stampato sul viso. La sera quando va via, un bacino è assicurato a tutti quanti!
La scurissima bimbetta è come una farfalla, svolazza in continuazione a destra e sinistra e la sua caratteristica inconfondibile è una: scrive il 5 al contrario. Ma come fa?
Infine non posso non nominare il piccolo imbronciato perenne (su 10 parole, 4 sono lamentele ) e il mio tenerissimo, intelligentissimo, vispissimo F.
Posso dirlo? E’ il mio preferito! Ma voi non diffondete la notizia. Shhhhhhhhhhhhh
giovedì 22 ottobre 2009
Perchè...?
Il primo parla di una mamma e di una figlia che stanno affrontando un momento difficile, ma sono unite più che mai dall’amore reciproco.
Il secondo parla di un papà fiero che augura buon compleanno alla sua piccolina.
Entrambi traboccano d’amore.
Io però mi sono ritrovata con qualche lacrimuccia dispettosa che scendeva giù.
Mi sono tornate in mente quelle parole che tanto odio, quell’atteggiamento che non sopporto, ma che devo far finta di ignorare, di non vedere, di non sentire. Far finta che mi scivoli addosso senza far danni.
E invece non è così.
Non sopporto di vederti così.
Perchè, quando era necessario, non hai dimostrato anche solo un pizzico di attaccamento alla vita e a me? Perchè non lo dimostri mai?
Non ho mai capito fino in fondo se le mie conclusioni sono vere, ma se è così perchè non menti spudoratamente?
mercoledì 21 ottobre 2009
Grazie
In che senso?
Qualche tempo fa ho ascoltato mia zia sostenere che tra parenti questa parola è superflua, perfettamente inutile ed anche un po’ fuori luogo. Quindi, sempre secondo la sua tesi:
se vai a trovare un parente che sta male, non devi sentirti dire grazie.
se telefoni per informarti su come vanno le cose, non devi sentirti dire grazie.
se dai un aiuto materiale o morale, anche questa volta non devi sentirti dire grazie.
Tutto ciò l’ha detto anche con una faccia abbastanza scocciata perchè invece lei se lo sente dire ogni volta. Invece, siccome fa le cose col cuore (permettetemi di dubitarne, visto che la conosco per quello che è), non vuole essere ringraziata perchè è suo dovere comportarsi in un certo modo (ma non è una contraddizione???)
Io non mi sono intromessa nella chiacchierata perchè non fa parte del mio carattere parlare o esprimere il mio pensiero per forza e poi perchè non m’interessava farlo.
Ma per quanto mi riguarda, trovo che sia di cattivo gusto giudicare chi ti ringrazia per un qualsiasi motivo. Se lo fa per dovere, per rispettare le apparenze e le buone maniere, problemi suoi.
Ma se lo fa con il cuore, perchè lo sente sul serio, perchè ha bisogno di esprimere a parole il suo stato d’animo, perchè non dovrebbe avere la libertà di farlo?
Ecco, io la penso così.
E tra l’altro ho detto “grazie della chiacchierata” proprio ieri. E se l’ho fatto non era certo per dovere…
sabato 17 ottobre 2009
Ma dove sta scritto?
Dovrei essere una sorta di miss perfezione. Accettare tutto ciò che mi dicono, che mi chiedono, che m’impongono senza avere reazioni di alcun tipo. MA DOVE STA SCRITTO?
A volte sono intollerante, in preda agli scatti d’ira, intransigente, egoista, insofferente, ho delle reazioni di chiusura totali? CHISSENEFREGA, ne avrò pure il diritto!
“Che sarà mai?! Oggi non ti si può parlare!”.
E non parlatemi, lasciatemi in pace, mica si deve parlare per forza!
La perfezione non esiste o comunque non sono io. Rassegnatevi!
giovedì 15 ottobre 2009
domenica 11 ottobre 2009
La famiglia
Basti pensare al fatto che mia madre aveva due fratelli. Uno è morto ormai da molto tempo ed io non l’ho mai conosciuto, l’altro, con relativa famiglia, l’ho conosciuto all’eta di 13-14 anni circa. (Adesso non ricordo con precisione).
Così di punto in bianco mi sono ritrovata a frequentare degli zii e dei cugini, di cui, fino a quel momento, non avevo conosciuto nè i nomi, nè tantomeno i visi. Perfetti sconosciuti che si sono insinuati nella mia vita e nella mia quotidianità, che io guardavo con sospetto, ma anche con una certa curiosità.
Dal lato paterno le cose SEMBRAVANO andare meglio. Conoscevo tutti, li avevo sempre visti e frequentati e quindi rientravano nella normalità del mio piccolo mondo. Gli unici che frequentavo di meno erano i miei cugini che abitavano dall’altra parte della Sicilia, ma questo era dovuto solo a questioni di distanze oggettive.
Poi ecco che anche lì succede il patatrac.
Quelli che sembravano dei legami solidi, alla fine non si rivelano altro che falsi legami. Vengono fuori i rancori personali, i dispetti reciproci, le difficoltà nel parlarsi, nel mettersi d’accordo, le falsità,…
E così: un disastro!
Con alcuni ci si continua a frequentare, con altri i rapporti si raffreddano, fino a spegnersi del tutto. Praticamente vi è una divisione netta in due parti distinte e contrapposte. Ognuno continua con la sua vita, si verificano nascite e matrimoni ,malattie e tutto ciò che caratterizza la vita quotidiana, da una parte e dall’altra.
Oggi improvvisamente sembra che qualcosa stia cambiando. E se cambierà in positivo, sarà merito solo ed esclusivamente del potere fenomenale che posseggono i bimbi.
Può darsi che si riveli, invece, solo un fuoco di paglia. Io propendo per questa seconda alternativa. E a volerla dire proprio tutta, forse faccio un po’ il tifo perchè sia proprio così.
Ok, chiamatemi pure intransigente. Non m’importa!
La realtà dei fatti è che i rapporti non sono mai stati solidi, apparivano tali soltanto ai miei occhi di bambina. E se non lo erano prima, io non crederò mai possano diventarlo adesso, dopo quasi 10 anni di silenzio e dopo tante occasioni buone per rimetterli in sesto.
Anche perchè sono persone che non sanno fare il primo passo (e l’hanno dimostrato con i fatti e con le parole, più e più volte), ma, cosa ancora più grave, è che non accettano nemmeno il primo passo fatto nei loro confronti.
E allora è meglio che ognuno continui con la propria vita!
mercoledì 7 ottobre 2009
Ancora la scuola e il buonsenso
Un’altra questione che denota quanto buonsenso ci si metta nella gestione degli istituti.
L’istituto magistrale è stracolmo di studenti, tanto che non ce la fa ad ospitarli tutti. Sono costretti quindi a turni pomeridiani alternati tra i vari indirizzi di studio. Questo ha determinato uno sciopero ad oltranza fino alla settimana scorsa, manifestazioni e cortei vari. Non hanno certo torto! Anche perchè quelli con maggiori problemi sono, come sempre, i pendolari che devono conciliare con gli orari della scuola, anche quelli dei mezzi pubblici.
E vabbè, direte. Sono cose che capitano! Lo spazio è quello che è e gli studenti sono troppi.
Il colmo è che molte altre scuole hanno offerto ospitalità nei loro locali. E il preside che fa? Ringrazia e rifiuta.
Adesso vorrei capire dove è andato a finire il buonsenso, perchè io francamente non ne vedo nemmeno un briciolo.
domenica 4 ottobre 2009
Cominciamo bene!
Per chi mi segue da un po’, sa già che il pomeriggio faccio doposcuola e ho a che fare con bambini e ragazzi di ogni età. Tra di essi, vi è un ragazzino che adesso frequenta la seconda media e che “ha” l’insegnante di sostegno. Lo seguo da quando andava in seconda elementare, da quando cominciava a srivere a metà riga, da quando disegnava in un piccolo spazietto pur avendo un intero foglio a disposizione, da quando colorava una figura solo in parte, da quando non riusciva a fare niente autonomamente, da quando non sapeva leggere, da quando doveva fare copiati su copiati per migliorare la concentrazione,…
E’ normale che gli sia particolarmente affezionata e che quindi me la prenda non appena qualcosa non vada per come dovrebbe andare.
E tanto per non migliorare le cattive abitudini, l’anno è cominciato proprio maluccio.
Nessuno che si degni di controllare dove scriva i compiti e se li scriva correttamente.
Gli assegnano le stesse cose degli altri compagni, così ci ritroviamo con un intero capitolo di storia pieno di nomi di popolazioni, personaggi storici e via dicendo o con due pagine di esercizi di grammatica che richiedono una certa attenzione e uno sforzo per lui notevole.
Per non parlare poi di quella sorta di ritorsione da parte dell’insegnante di matematica che pretende chissà cosa! Non sa fare le operazioni da solo. E allora? Deve essere guidato, facilitato e non intimidito o rimproverato per delle mancanze che sono più che giustificate da pagine e pagine di cartelle cliniche.
E’ inutile pretendere più di quello che può dare. Riesce a mantenere l’attenzione per un po’, poi basta. Che senso ha allora infierire in questo modo? Non lo capirò mai!
PS: chiedo scusa a tutti gli insegnanti che eventualmente passino di qui e si ritrovino a leggere queste parole. Non voglio generalizzare. Sto parlando di questo caso e soltanto di questo con cui sono a contatto ogni giorno.
mercoledì 30 settembre 2009
In questi giorni...
E’ che in questo momento mi sento sotto pressione, mi sento avvilita, mi sembra che tutti abbiano il controllo delle mie cose, delle mie giornate e della mia vita in generale e che io debba solo accettare le decisioni altrui, fare quello che mi viene chiesto, che tutti si aspettano che io faccia, dalle piccole alle grandi cose.
Sono stufa di tutto, mi sento nervosa, mi viene da piangere e non posso farlo, sono stufa che quando decido di fare qualcosa per me devo pensarci mille volte prima e poi puntualmente pentirmene sempre.
Mi sento in gabbia, mi sembra che non ci siano mai margini di miglioramento, sono stufa di caricarmi di pensieri che dovrebbero essere degli altri, di dovermi preoccupare per cercare di rimediare alle leggerezze degli anni passati e di cui io non ho colpa.
Sono stanca.
ps: queste sono parole di ieri, che valgono ancora, ma…..
venerdì 25 settembre 2009
post su richiesta (la raccolta differenziata 2)
E’ quasi passato un mese dall’inizio di questa avventura nel nostro comune e, devo dire che non ci sono disservizi per il momento. C’è anche l’addetto al ritiro dei sacchi della mattina che augura il buongiorno e che è sempre pronto a dare qualsiasi chiarimento o a scambiare una battuta con tutti.
Ormai sono diventata pratica, anche se ho la casa piena di contenitori per l’immondizia.
Organico nel contenitore marrone. Giorni di raccolta: Lu- Mer- Ven dopo le 7 di mattina.
Vetro e metalli nel contenitore verde. Giorno di raccolta: sabato pomeriggio.
Carta nel sacco bianco: Giorno di raccolta: lunedì pomeriggio.
Plastica nel sacco giallo (che puntualmente si rompe e bisogna rimetterlo in sesto ). Giorno di raccolta: giovedì pomeriggio.
RSU (che penso equivalga a rifiuti solidi urbani) in un sacchetto comune. Giorni di raccolta: mar- gio- sab dopo le 7 di mattina.
Nonostante il programma di raccolta sia così preciso e chiaro, l’unica cosa che non funziona è la collaborazione dei cittadini. Ancora si ostinano a fregarsene tranquillamente, oppure scendono giù il contenitore o il sacco sbagliato, che naturalmente rimangono davanti alle loro porte.
Ne potete tranquillamente concludere che le strade sono disseminate di sacchetti della spazzatura un po’ ovunque, ma questa volta la colpa è solo ed esclusivamente nostra, della nostra inciviltà e della nostra scarsa collaborazione.
giovedì 17 settembre 2009
lunedì 14 settembre 2009
10 verità
Vediamo…..
- Sono alta 150 cm. E’ vero, si dice che nella botte piccola c’è il vino buono, ma (detto tra noi) 10 cm di altezza in più mi avrebbero fatto comodo! Anche soltanto per prendere le cose che stanno in alto senza usare una sedia. :-D
- Non ho mai dato un bacio a mio padre in quasi 32 anni di vita.
- Quando mi arrabbio o sono sull’orlo delle lacrime, mi rifugio in camera mia, lontana da occhi indiscreti.
- Odio i miei capelli perchè sono senza volume, grassi, fini e stressati. (come me )
- La mia più grande paura è svegliarmi un giorno e scoprire di essere sola al mondo.
- Non sopporto il mio nuovo vicino di casa. Sembra un falco pronto ad attaccare la sua preda. Che poi saremo io e Tommy, colpevoli di passare davanti la sua villetta con 400 stanze e lasciare bisognini in giro. Ma non è vero! Grrrrrrrrrrrrrrrrr
- Oggi mi sto divertendo a prendere bonariamente in giro mio padre che è stato messo a dieta “forzata”.
- In chat ho conosciuto una persona a cui mi sento profondamente legata.
- Non dico più “MAIIIIIIIIIIIIIIIIII”, perchè ogni volta che l’ho fatto mi sono smentita da sola.
- C’è una persona tra di voi che mi chiede di rispondere in continuazione a mille perchè e finisce sempre per farmi capitolare.
Adesso dovrei fare la lista delle persone a cui assegnare il premio, ma siccome perderei mezza giornata ad inserire tutti i link, mi rifiuto.
venerdì 4 settembre 2009
Suggerimenti per voi
A me è capitato giusto l’altro giorno.
Mia madre era nelle vicinanze e mi ha chiesto: “Perchè ridi?”.
Io: “Niente mamma, stavo leggendo”.
Mia madre:
Comunque vi ho raccontato questo siparietto surreale perchè volevo consigliarvi un autore per me molto gradevole che ho scoperto quest’anno: Lorenzo Licalzi.
In genere quando cito qualche libro che ho letto è perchè mi ha suscitato una riflessione che voglio condividere con voi.
Stavolta voglio sfacciatamente suggerirvi di leggere i suoi libri.
Ho letto “Io no” poco tempo fa, di cui ho già pubblicato un brano ( http://ioelasconosciuta.blogspot.com/2009/06/letture-estive.html ), e “Non so”, ma mi riprometto di procurarmi tutti quelli che mi mancano in futuro.
Che hanno di speciale? Sono delle storie che non raccontano niente di straordinario, parlano di vita quotidiana, di amore, di figli, di problemi comuni, ma c’è una parte dedicata al sorriso e una parte dedicata alla riflessione su temi importanti quali la famiglia, l’importanza dei legami, la ricerca della felicità (o forse serenità),….
Quindi, in conlusione…. leggeteli, che fanno bene al cuore, alla mente e allo spirito!
mercoledì 2 settembre 2009
Ai nastri di partenza
L’inizio della scuola è ormai prossimo e ci sono i compiti da eseguire e il ripasso da fare.
Come sempre nuovi arrivi e partenze, gran caos, disorganizzazione (per il momento!), urla, risate e quant’altro.
Ma sapete una cosa? Io ci sto bene, le mie giornate cominciano ad avere di nuovo un senso e sono contenta di ritrovare i miei pupilli. Per adesso mi lamento un po’ perchè fa caldo e la confusione e la disorganizzazione regnano sovrane, ma non prendetemi troppo sul serio.
E’ il mio mondo e mi fa piacere immergermi di nuovo nella mia banale, impegnativa, snervante, ma entusiasmante quotidianità fatta di numeri, parole, urla, risate e fretta e molto altro.
venerdì 28 agosto 2009
mercoledì 26 agosto 2009
Ho scritto una mail...
Non poche volte mi sono trovata in difficoltà perchè passavi da momenti in cui eri disposto a parlare, ad altri in cui non volevi interferenze. Spero di aver indovinato sia gli uni, che gli altri momenti e di aver fatto un passo indietro nei momenti giusti.
Spero di esserti stata in qualche modo utile, anche solo un pochino. Se ho sbagliato qualcosa, perdonami.
giovedì 20 agosto 2009
La prossima volta
E’ un libro che nel mio profilo Facebook ho definito strano, quando ancora non ne avevo concluso la lettura. In realtà, nonostante io sia arrivata al “the end”, non so se definirlo bello o brutto. (Anche perchè non tocca a me darne un giudizio e comunque la bellezza di una storia è sempre molto soggettiva).
Quello che posso affermare è che sicuramente mi ha fatto riflettere.
“La prossima volta” racconta la storia di due persone che vivono in continenti diversi, sono legati entrambi al mondo dell’arte e della pittura e s’incontrano per motivi di lavoro. La cosa surreale è che, quando si sfiorano, provano delle strane sensazioni e sembrano catapultati indietro di secoli: assistono a fatti, vedono persone e ne sentono addirittura le voci. La loro storia è indissolubilmente legata a persone vissute in secoli precedenti, e loro stessi sono reincarnazioni di due innamorati nel presente.
Al di là della storia di due anime gemelle che si ritrovano insieme, sempre e comunque a dispetto degli anni e addirittura dei secoli, che trovo troppo sdolcinata per i miei gusti, è normale forse chiedersi, dopo la lettura, se non ci sia del vero in ciò che è nato dalla fantasia dell’autore!
Chissà se davvero siamo destinati a vivere tante vite! E chissà se ci ritroveremo faccia a faccia con le stesse persone , ci circonderemo delle stesse cose o vivremo nelle stesse città! Chissà se esistono dei legami, di qualunque tipo, che sopravvivano al tempo!
Chissà!
Sono risposte che non ci è consentito conoscere, ma quest’idea è inquietante e affascinante allo stesso tempo!
Vabbè, non ci fate caso. Ogni volta che leggo una storia che tenta di raccontare qualsiasi cosa che non sia accessibile alla razionalità della mente umana, comincio a farmi un milione di domande. (e anche a delirare un po’, mi sa ;-) )
lunedì 17 agosto 2009
Solitudine
Quando ho la possibilità di scegliere, preferisco sempre il male minore: rimanere per conto mio.
Ultimamente, però, la solitudine mi pesa ed anche tanto.
Nessuno mi cerca per fare due chiacchiere, per prendere un gelato, per andare al mare, per fare una passeggiata….
E chi mi dovrebbe cercare? Chi dovrei cercare io?
E’ vero: sicuramente è colpa mia.
IO col mio carattere talmente introverso da escludere tutti, IO che mi sento fuori posto quando sono in mezzo agli altri, IO che me ne sto in disparte a rivolgere soltanto sorrisi di circostanza e a rispondere a monosillabi alle domande che mi vengono rivolte.
Beh, non mi posso certo stupire dei risultati e non posso certo lamentarmene, ma rendermi conto di questo, mi fa sempre sentire diversa, come se mi mancasse qualcosa di fondamentale che gli altri hanno ed io no.
C’è chi mi dice che devo assolutamente trovarmi degli amici o delle amiche, che basta solo guardarmi attorno.
“BASTA POCO, PUOI TROVARLI OVUNQUE”, mi dicono.
Ma non è vero! Gli amici non si trovano come se fossero granellini di sabbia che si possono raccogliere e conservare in un cantuccio, da dove tirarne fuori qualcuno quando serve!
E se questo non bastasse, c’è anche da tenere in considerazione questo mio strano comportamento che consiste nel mettere sempre una notevole distanza tra me e gli altri.
Anche con voi, “amici virtuali”, lo faccio.
Lo faccio come se fosse una cosa da sottolineare per forza, anche quando so con certezza che non ce ne sarebbe bisogno. Eppure devo sempre mettere i puntini sulle i, chiarire che c’è una barriera che non può essere superata da nessuno!
Intanto il tempo passa, le giornate mi appaiono come delle scatole vuote difficili da riempire, vorrei non sentirmi dire “CHE FAI OGGI? CHE HAI FATTO IERI? CHE FARAI SABATO PROSSIMO?” perchè tanto per me un giorno vale l’altro! Vorrei cambiare in meglio, vorrei….
Vorrei molte cose, ma nello stesso tempo mi chiudo sempre di più in me stessa e, nonostante la sensazione di fallimento, mi sembra impossibile pensare a me stessa in modo anche solo parzialmente diverso da quello che sono.
sabato 15 agosto 2009
giovedì 13 agosto 2009
Pensiero
domenica 9 agosto 2009
Ancora una volta
Ok è una piccola cosa, posso sopravvivere ad un’altra giornata senza mare ed anche al resto dell’estate, ma sono queste piccole cose che fanno comprendere le grandi verità. Io vado bene quando non ci sono altre alternative, quando faccio comodo (soprattutto d’inverno in periodo scolastico) e non “costo” niente, quando non faccio questioni e mi adatto anche alle ingiustizie, poi… un bel calcio e chissenefrega!
Non avevo tutti i torti ad avvertire questo senso di esclusione, è una sensazione che conosco e in fondo ci dovrei essere abituata ed essermi rassegnata.
Sono giorni che mi ostino a voler credere di essermi sbagliata, che sto cercando di convincere me stessa che non m’importa, che sto bene così, che questa cosa non mi tocca.
Ma non è vero!
M’importa. Eccome se m’importa! Fa anche male. E devo far finta che invece non sia così, facendo appello al mio maledetto autocontrollo!
Ma perchè devo permettere sempre che mi feriscano?
martedì 4 agosto 2009
Chiarimento
Il post precedente è stato scritto sotto l’effetto di tante emozioni contrastanti e, se fossi stata impulsiva come ogni tanto mi accade, avrei davvero cliccato su delete blog e puff!
In realtà matta non sono, ieri sera sera si è conclusa una situazione che si trascinava da qualche tempo. Mi ha turbata, mi ha fatto mettere in discussione tutto quello in cui ho iniziato a credere da quando ho aperto il blog.
Questa giornata mi è servita per schiarirmi le idee, per ricordarmi i motivi per cui ho iniziato questa avventura.
Adesso li ho chiari in mente un’altra volta e non ho più voglia di farmi amareggiare da giudizi, da false accuse e da critiche nei confronti delle mie parole e dei miei comportamenti. Io ho agito nel modo in cui ho ritenuto più giusto, senz’altro commettendo qualche errore, di cui mi assumo la piena responsabilità.
Adesso si volta pagina e si ricomincia da dove ho interrotto con qualche consapevolezza in più.
lunedì 3 agosto 2009
Ma che senso ha questo blog?
Mi sono fidata del fatto che il mondo potesse davvero avere qualcosa di bello da regalarmi, ho abbassato le mie difese, mi sono affidata, per la prima volta in vita mia, alle emozioni e alla voglia di cambiamento e con quali risultati? Eccomi qui a chiedermi perchè io l'abbia fatto, quale sia il senso di questo blog e di tante parole scritte per mesi.
Ma questa non è una decisione da prendere così, senza pensarci.
PS: questo è uno sfogo a cui non voglio nessun commento. La decisione deve essere solo mia.
venerdì 31 luglio 2009
Io e il telefono
Anche adesso la situazione non è migliorata granchè!
Uso il telefono solo quando è necessario; a quello fisso evito, quando possibile, di rispondere e non voglio nessuno intorno mentre sto parlando. A quei pochi, cui ho dato il numero di cellulare, ho raccomandato, pregato e supplicato di contattarmi solo attraverso gli sms e c’è un’unica persona, tra quelle conosciute su web, che sono riuscita a chiamare, ma prima è dovuto passare più di un anno e credo di averlo fatto solo perchè era stata una giornata particolare. L’ho anche raccontata quella telefonata assurda e inconcludente. http://lasconosciuta.blog.kataweb.it/2009/06/23/un-episodio-importante-di-questi-ultimi-mesi/
Beh, da allora ci siamo sentiti parecchie volte.
Non mi sono mai sentita pienamente a mio agio durante queste telefonate, nonostante mi facessero molto piacere e diverse volte ho rifiutato la chiamata. Comunque c’è stato un periodo in cui mi facevo coinvolgere in chiacchierate di 20 min. D’accordo non parlavo sempre io per tutto il tempo, ma comunque partecipavo alla chiacchierata abbastanza attivamente.
E adesso invece mi sembra di essere tornata alle prime chiamate. Mi sento a disagio, sto zitta quasi tutto il tempo e probabilmente appaio fredda come un ghiacciolo e formale come se parlassi ad una persona sconosciuta.
Che scema!
Ma cos’è una fase regressiva? Boh!
giovedì 30 luglio 2009
Com'è difficile!
Ma comunque piene di chiarimenti e, per certi versi, estenuanti.
Domande a cui rispondere, risposte non sempre facili da dare, debolezze da confessare, "desideri da ammettere" e da allontare nello stesso tempo, comportamenti da spiegare, parole da capire, decisioni da prendere, pensieri e sensazioni su cui riflettere.
Ma oggi mi sento più positiva, più allegra e meno pensierosa, ma anche più dubbiosa.
lunedì 27 luglio 2009
E come volevasi dimostrare....
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì.
mercoledì 22 luglio 2009
Siamo in fase di civilizzazione (forse)
Ebbene sì, anche qui da noi, nell’estemo sud, in quasi_Africa tra un mesetto inizieremo la raccolta differenziata porta a porta. Anche noi entreremo a far parte del mondo civile che fa attenzione all’ambiente.
Per adesso c’è solo tanta confusione!
Ci hanno consegnato due contenitori e due categorie di sacchi. Quello che è sicuro è che servono per raccogliere metalli, plastica, carta, organico. Sono tutti di colore diverso e ci è arrivato anche un depliant pieghevole con tutte le istruzioni da seguire alla lettera, un calendario enorme e dettagliatissimo (ma non bastava indicare i giorni in cui vengono ritirati gli uni o gli altri materiali, visto che non ci sono cambiamenti fino a dicembre 2010?)
Non meno importante di tutto il resto è indubbiamente la parte del materiale illustrativo dedicato agli orari di raccolta.
Ok tutto bellissimo, ma permettetemi di rimanere un po’ perplessa.
Secondo quanto letto, i sacchi o i contenitori devono essere esposti davanti al numero civico negli orari stabiliti. Benissimo! Non è una gran fatica! Ma…
- Se c’è vento? Vabbeh vedremo qualche sacco svolazzare. Speriamo che provvedano a raccogliere i sacchi anche se si troveranno da tutt’altra parte rispetto al numero civico di appartenenza!
- E se gli animali randagi provvederanno a rompere i sacchi e disseminare tutto in giro? Boh!
- E se qualche imbecille (perchè potrei scommetterci che ci sarà senz’altro) porterà via i contenitori, che sono numerati e assegnati ai vari appartamenti? Questa risposta la so! Questa domanda è stata rivolta esplicitamente agli addetti che hanno consegnato il materiale. La risposta è stata semplice e disarmante! “DOVETE STARCI ATTENTI” Ma come non ci avevamo pensato da soli a fare la guardia ai contenitori sotto il sole, la pioggia o di notte?
Mi verrebbe naturale chiedere: “Ma non poteva essere organizzato il tutto in modo migliore?”. A me sembra che si stia iniziando questo nuovo capitolo improvvisando parecchio.
Spero di sbagliare!
martedì 21 luglio 2009
Parole che pesano sul cuore
Naturalmente non sto qui a ripeterlo, prima di tutto perchè non voglio farlo e poi perchè mi è già stato difficile ripeterlo per una seconda volta alla stessa persona (e non l'ho fatto), figuriamoci metterlo nero su bianco!
Eppure non riesco a cogliere pienamente la ragione di tutto ciò!
Che cos'è che mi spinge a sotterrarlo di nuovo dentro di me?
Vergogna per aver pensato una cosa che non so nemmeno se sia vera o solo frutto della mia mente? Paura di scoprire che sia la verità? Timore di soffrirne più di quanto già non stia facendo lacerata dal dubbio, dall'amarezza e dalla delusione? Vergogna del giudizio altrui? O cos'altro?
Beh! Quest'ultima ipotesi mi pare la meno azzeccata, visto che non mi è mai importato molto di quello che gli altri pensano di me. Magari si tratta di vergogna di giungere alla consapevolezza che il perdono tarda ad arrivare!
Ho l'impressione che il giudice più inflessibile nei miei confronti, sia proprio io stessa!
domenica 19 luglio 2009
Effetto liberatorio?
Mi aspetterei di sentirmi più leggera, invece non mi sembra sia cambiato granchè. Anzi…
Non faccio altro che pensare a quello che ho detto, alla mia stessa reazione. Sì, sono scoppiata a piangere senza freni, come non mi capitava da tanto tempo!
Ma forse è stata proprio la reazione giusta, che mi ha permesso di dare un calcio al mio autocontrollo.
Non so! Credo che ci dormirò sopra.
Mi pare che qualcuno dica “Domani è un altro giorno…” :-)
mercoledì 15 luglio 2009
Pesce fuor d'acqua
Alle 7 ho cominciato a prepararmi, non che dovessi fare chissà quali preparativi, ma dovevano passare a prendermi e io odio fare aspettare. Preferisco farlo io.
In realtà non si è trattata di una vera e propria cena, era un buffet allestito all’aperto. C’era una vasta scelta: le immancabili patatine, mandorle tostate ed olive, a cui si sono aggiunti pesce spada affumicato, pezzettini di formaggio, frittatine ai funghi, bruschette, caponata, involtini di melanzane grigliate con dentro ricotta, alici marinate e sicuramente qualcos’altro che in questo momento mi sfugge.
Dopo una sosta dedicata allo spacchettamento dei regali, si è passati alla frutta di stagione (anguria e melone giallo) e per finire un’ottima torta gelato, durante la degustazione della quale, si sono all’improvviso spente le luci per i fuochi d’artificio.
E questa è la parte “cibaria”.
Per quanto riguarda il resto, il titolo lo preannuncia già. Come sempre mi sono sentita un pesce fuor d’acqua, ho scambiato poche parole, ascoltato e riso delle battute dei rumorosi amici della festeggiata e dato la caccia alle zanzare
Per fortuna che al mio stesso tavolo c’era la bambina, quella dalle mille domande di qualche post fa, che mi mette sempre di buonumore. E per fortuna è arrivato anche qualche sms, che è sempre molto gradito!
Come conclusione, diciamo che poteva andar peggio!
venerdì 10 luglio 2009
Telefonata con invito
Ieri pomeriggio squilla il telefono, io, come al solito, lascio che siano gli altri a rispondere e continuo a fare quello che stavo facendo. Da ciò che sento capisco anche di chi si tratta e non vi do molto peso.
All’improvviso: “Antonellaaaaaaaaaaaaa, vieni al telefono”.
Ops! Questa cosa non era prevista, qualcosa bolle in pentola. Boh!
Rispondo al telefono e scopro che mia cugina sta preparando i festeggiamenti per il suo compleanno e mi sta invitando. Dal tono capisco che non si aspetta un sì, ma che ci sta provando lo stesso.
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Antonella_pensiero:
Ma che palle! Ma non possono lasciarmi in pace? Non lo sanno come sono fatta? Non lo sanno che non mi piacciono queste riunioni di famiglia? E adesso che rispondo? Non posso dire sempre di no! Non ho nemmeno una scusa da poter usare per rifiutare! Ma se sta invitando così tante persone, vuol dire che è una data importante. Forse non posso rifiutare, ma io non voglio andareeeeeeeeeeeeeeeee
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“Va bene vengo”, sono le parole che escono dalla mia bocca.
Mi guardo intorno e vedo mia madre che sorride, sorpresa dalla mia risposta. Così mi agito ancora di più, anche perchè sono sicura che ci sarà un fitto parlottìo tra parenti che commenteranno la mia sorprendente scelta. Non che m’importi il giudizio o il pensiero altrui, in fondo io sono una che va sempre controcorrente, ma spero solo che quella sera a nessuno venga in mente di dirmi “Come mai hai accettato! Che sorpresa!”, altrimenti giuro che dirò no a vita.
giovedì 9 luglio 2009
Apparenze
Mia interlocutrice: Non sembra!
Io: Sono molto chiusa.
Mia interlocutrice: Mi sembri invece molto sicura!
Io: Ahahahah
Mia interlocutrice: Perchè ridi?
Io: Perchè evidentemente appaio completamente diversa da quello che sono!
lunedì 6 luglio 2009
Scusate...
se mi preoccupo;
se metto sempre da parte me stessa e le mie esigenze;
se rinuncio a fare una cosa che mi piace;
se mi rassegno a veder scorrere i giorni tutti uguali l’uno con l’altro;
se mi faccio in quattro per voi.
Solo una cosa mi piacerebbe: che queste cose venissero notate, non dico apprezzate, ma magari considerate.
Una cosa invece la pretendo: non consideratemi una stupida, perchè non lo sono. Sono una persona normale con i propri pregi e i propri difetti, con le proprie emozioni e le proprie debolezze e le rinunce mi pesano, come pesano a tutti.
domenica 5 luglio 2009
venerdì 3 luglio 2009
Piccoletti in perenne movimento
La piccola si è subito appiccicata a me e non mi ha mollato un secondo. Prima è voluta salire sul dondolo in veranda, poi mi ha ordinato di sedermi accanto a lei e di “mettere in moto” il dondolo. L’andare avanti e indietro è stato per lei estremamente divertente e mi ha rivolto un sorriso smagliante tutto il tempo.
Nel frattempo ha continuato a chiacchierare in continuazione. Adesso parla più che chiaramente, quindi starla a sentire diventa una cosa abbastanza semplice.
In una mezz’oretta mi ha raccontato di tutto, è passata dal menù che l’attendeva a cena a casa della nonna alla febbre avuta di recente, dai cartoni animati al pannolino che non usa più nemmeno di notte, dal taglio di capelli del giorno dopo al vestito che metterà tra pochi giorni per il suo compleanno e molto altro ancora che non ricordo più.
Tra un racconto all’altro non sono mancate nemmeno le domande a raffica: dov’è il cane che abbaia? come si chiama? ha un padrone? e come si chiama il padrone? Tommy perchè abbaia sempre? perchè quella pianta sembra di carta? perchè non hai a casa cioccolatini? cosa c’è nel frigo? :-O
Non si è zittita mezzo secondo!
Però è superfantastica! Quando stiamo insieme, riesce sempre a mettermi di buonumore e io non mi faccio certo pregare nel darle retta!
Nonostante ci siamo sempre viste molto poco, ogni volta che accade non mi molla un secondo. E’ sempre stata volentieri con me anche quand’era piccolissima e non gradiva le attenzioni di tutti. C’era anche gente (cioè parenti) che la faceva scoppiare a piangere anche solo se si avvicinava un po’.
A dirla tutta, credo che qualche volta questa sua simpatia nei miei confronti, abbia scatenato qualche piccola gelosia, nenche troppo ben celata dietro falsi sorrisi :-)
sabato 27 giugno 2009
Come reagirei?
Comunque, a causa di questa curiosità, mi diverto a leggere tutte le informazioni che mi forniscono i miei contatori e cioè le chiavi di ricerca (che spesso risultano estremamente divertenti) e le città da cui vengono effettuati gli accessi.
Qualche giorno fa nell’elenco di queste città ho trovato la mia. Mi è subito saltata all’occhio perchè non è mai comparsa, o per lo meno non compare spesso nemmeno quando ad accedere sono io.
E questa volta sono sicura: NON ERO IO, bensì qualcun altro che quasi sicuramente non conosco e che casualmente si è imbattuto nel mio blog collegandosi proprio dalla MIA città.
Sono rimasta un attimo perplessa, a voler proprio essere sinceri.
Sono rimasta a guardare qualche momento quel nome sullo schermo e in un attimo è tornata la paura che, qualcuno che mi conosca possa imbattersi nei miei post, nelle mie riflessioni, nelle mie paure, nella mia interiorità…
Timore principale che mi ha accompagnata per diversi mesi dal momento dell’apertura del blog e che mi ha spinto all’anonimato, a firmarmi per parecchio tempo solo A., ad inserire sempre pochissimi dettagli sulla mia vita, sulle persone che frequento e sul luogo preciso in cui risiedo.
Mi sono sempre tenuta sul vago fino a quando, scorrendo il blogroll, mi sono accorta che la maggior parte di blog-amici conosceva perfettamente il mio nome! A quel punto ho abbandonato yogurt, anche se con un certo rammarico e con una certa nostalgia
Dopo un attimo di sgomento ho ripreso il controllo dei miei pensieri, mi sono imposta di darmi una calmata e di non farmi prendere dal panico. In fondo nella mia città non ci sono 50 persone, io non sono poi una persona mondana e non conosco, quindi, tanta gente. Doveva per forza essere uno sconosciuto!
Inoltre le città segnalate dal contatore non sono poi così affidabili, visto che i miei accessi vengono segnalati da diverse città siciliane. Insomma io per il contatore sono un po’ nomade e mi sposto per la mia regione anche in diversi posti nello stesso giorno.
Può essere accaduto questo anche per lo sconosciuto o la sconosciuta che risultava collegato dalla mia città!
Non so come potrei reagirei, se venissi davvero riconosciuta da qualcuno. Probabilmente non ci penserei nemmeno un attimo a cancellare il blog. Non sopporterei interferenze o intromissioni nel mio intimo (perchè è inutile negarlo, ma è proprio questo che il blog rappresenta per me) da parte di persone che conosco e dalle quali sono sfuggita, rifugiandomi in questo angolino segreto.
Ok, lo so che sembra strano, che non riesco a spiegarmi bene!
Ma in sintesi è così: se qualcuno mi riconosce, non lo dica perchè non esiterei un attimo a dare un colpo di spugna a questa mia casetta virtuale così sicura ed accogliente.
mercoledì 24 giugno 2009
Ci siamo!
Oggi i nostri maturandi erano tutti in fibrillazione, hanno un po’ abbandonato la maschera e fatto trasparire tutto il panico che stanno provando.
Sono completamente terrorizzati, emozionati, dubbiosi, insicuri delle loro capacità e di quello che li attenderà nei prossimi giorni. Continuano a rileggere le tesine, a preoccuparsi delle cose che non riescono a memorizzare bene, a stampare materiale, a controllare tutti i temi che hanno a disposizione, a fare congetture di ogni tipo e soprattutto a ripetere “Non so niente”.
Sembrano tanti ragazzini indifesi, che si attaccano con tutte le forze ad ogni parola d’incoraggiamento, sperando che vada davvero come viene loro auspicato. Sono teneri!
Ogni volta mi trovo a ripensare a quando anch’io mi sono ritrovata nei loro panni, ad attendere con impazienza ed inquietudine la fine di questa esperienza. Ricordo che anch’io ero terrorizzata, ma comunque non lo esternavo molto. Come al solito, sono apparsa imperturbabile e sono andata via di casa cantando. I miei genitori hanno scambiato questa mia reazione per assoluta calma e sicurezza nelle mie forze, in realtà era solo ansia che in qualche modo dovevo sfogare.
Ricordo tutto abbastanza bene: quella stanzetta piccolina in cui eravamo raccolti, quelle facce sconosciute sedute una accanto all’altra, la pioggia battente il giorno della seconda prova, l’andare avanti e indietro per il corridoio nell’attesa che si aprisse la porta prima della prova orale e via di seguito, fino al tanto sorprendente risultato finale.
Va bene, ma questa è un’altra storia che risale a 13 anni fa!
Oggi quello che conta sono loro ed anche il bilancio complessivo di quest’anno scolastico, di cui tutto sommato non ci possiamo lamentare e che, come sempre, ha portato qualche sorpresa positivissima e qualcun’altra un po’ meno.
sabato 20 giugno 2009
Passeggiate sotto scorta
In che senso?
Nel senso che qui nei dintorni gira un cane dall'aspetto simpaticissimo, sembra un cucciolo, che non ci molla un attimo.
Io tento di scansarlo, di fare percorsi alternativi ai soliti, ma niente da fare!
Appena ci scorge da lontano, drizza le orecchie, e arriva correndo.
E' tanto carino, ma sarebbe meglio non si avvicinasse troppo, perchè il mio cucciolotto ha bisogno di concentrarsi e, con un cane che gli corre intorno, si distrae. Con mia grande gioia, naturalmente. Sì, perchè le nostre passeggiate si allungano, il che non sarebbe nemmeno tanto male, se non fosse per il caldo insopportabile.
Allora mi rivolgo alla nostra scorta e lo invito a trovarsi un padrone al più presto.
Chissà se mi ascolterà! Speriamo ;-)
martedì 16 giugno 2009
Un bel rapporto di amicizia “virtuale”
Queste parole mi hanno fatto riflettere, ma la mia riflessione esula dal contesto nel quale sono state inserite queste parole. Diciamo che ne sono state esclusivamente la causa scatenante.
Virtuale. Che vuol dire?
Nel vocabolario si legge: "Detto di tutto ciò che può avere, ma non ha, realizzazione o manifestazione concreta".
Sicuramente è così, ma quando si usa questa parola si tende ad attribuirle un' accezione negativa. La virtualità è sinonimo di falsità, di irrealtà, di simulazione, di freddezza.
Certamente non si va ad indagare sui motivi che determinano la "mancata realizzazione o manifestazione concreta", come recita la definizione del vocabolario.
I rapporti che si creano attraverso i blog si possono definire virtuali? Beh, se teniamo conto del fatto che non possiamo vedere l'uno il viso dell'altro, che della vita altrui sappiamo ben poco, magari è così.
Ma di tutto il resto che ne facciamo? Che ne facciamo di tutti quei momenti in cui è arrivata la parola giusta, di tutte quelle volte che qualcuno ha avuto la pazienza di ascoltare i nostri problemi, le nostre insicurezze, i nostri momenti di testardaggine?
E quelle giornate nere in cui ci ha strappato un sorriso controvoglia, ha dato voce alle nostre parole che non volevamo pronunciare per qualsiasi motivo o ci ha sbattuto in faccia la realtà che non volevamo vedere?
E cosa vogliamo dire di quei momenti in cui ci ha fatto una bella lavata di capo?
E' questa la virtualità?
Sapete una cosa? A me non dispiace affatto! E se anche non può esserci, per ovvi motivi, un abbraccio o una pacca sulla spalla, non credo che possa considerarsi un legame meno importante di quello che può instaurarsi nella vita reale.
A me nessuno ha mai detto le cose come stavano, mi ha fatto parlare, esprimere dubbi, insicurezze e aiutato ad arrivare alla fine di un ragionamento o mi ha preso in disparte per dirmi "Che diavolo stai facendo?".
Qui invece è successo, ed anche più di una volta.
venerdì 12 giugno 2009
Letture estive
Il primo ha il seguente titolo "Io no" di Lorenzo Licalzi.
All'inizio è molto divertente, tutto ruota attorno ad un uomo un po' strambo, anticonvenzionale che ha sempre la battuta pronta e sembra affrontare la vita con leggerezza.
Poi ad un tratto, la storia prende una piega diversa, diventa intenso e nelle ultime pagine c'è un piccolo brano che mi ha colpito e che voglio condividere con voi (sono parole rivolte alla figlia):
-Io la vita non te la so spiegare, e non so dirti nemmeno se quel Senso che ho sempre cercato ci sia per davvero, o se invece non finiremo tutti nel grande abbraccio del Nulla, di quello stesso Nulla dal quale proveniamo. Perchè è dal nulla che proveniamo, Laura, e se nessuno può sapere cosa ci sarà dopo, tutti sappiamo cosa c'era prima: nulla appunto, o forse non ci è concesso il ricordo di nulla. Ma c'è una cosa che posso dirti, io, invece: la vita è un'attesa, una lunga attesa durante la quale si inganna il tempo fuggendo. Fuggendo dalla noia, dalla solitudine, dalla paura di morire. Fuggendo soprattutto da noi stessi, senza sapere che il miglior modo di fuggire è restare fermi, cercando di capire da chi si fugge. Solo così si toglie la maschera al personaggio che recita la nostra vita, solo così si spezzano le catene delle aspettative che gli altri hanno su di noi, solo così non si diventa, da vecchi, la caricatura di ciò che si era da giovani. Solo così, Laura, succede, può succedere, che ci si liberi perfino dal dolore.
Ieri sera ho finito di leggere un libro dal titolo "Gli angeli non hanno la coda" di Laura Tangorra.
Piacevolissimo anche questo, a tratti anche commovente. Vabbeh io mi commuovo facilmente comunque :-)
Mi ha suscitato però una riflessione.
Io non credo molto al "buonismo" che viene fuori. Non credo alla semplicità dei sentimenti, così come vengono descritti. Mi sembra impossibile che un ragazzino, nell'età adolescenziale poi, possa accettare l'arrivo di una madre, che sbuca fuori dal nulla, così facilmente come accade al protagonista.
Seppur essendo messa a conoscenza di tutti i particolari della storia della sua nascita e del suo abbandono, una persona non può rimanere quasi del tutto impassibile. Secondo me, deve pur esistere una sorta di ribellione, anche inconscia.
Tutto ci segna, tutto ci crea contrasti interiori, figuriamoci un abbandono!
mercoledì 10 giugno 2009
Occhiali nuovi
lunedì 8 giugno 2009
Non mi piace per niente!
"Fino a qualche tempo fa ero più lagnosa di quanto non sia adesso! Sono migliorata da questo punto di vista".
Benissimo, è vero, ma adesso non posso proprio fare a meno di esprimere un'idea che mi ronza in testa da qualche giorno. Ho provato a non pensarci, ma....
Dopo diversi mesi, forse anche anni, ho avvertito in questi giorni quella sgradevole sensazione di essere presa in considerazione solo ed esclusivamente quando "servo" per qualche motivo, e allora ci si aspetta da me che sia a disposizione in qualunque momento e a qualunque ora del giorno, o quando non c'è nessun altro di migliore a disposizione.
Sì, esattamente come una specie di "riserva" a cui ricorrere nei momenti di crisi.
Come ho scritto prima, sono diversi giorni che provo questo senso di esclusione, ho provato a scacciare questa idea dalla mia testa, a trovare mille giustificazioni plausibili, ma non sono riuscita a convincere me stessa e oggi... di nuovo.
Quella sensazione sgradevolissima e allo stesso tempo nettissima che arriva all'improvviso.
E non mi piace per niente!
domenica 7 giugno 2009
La tessera elettorale, gli uffici comunali, gli impiegati ed io ;-)
Ieri mattina, quindi, mi sono recata presso gli uffici preposti e ho lasciato la mia tessera. Mi hanno detto di ritornare a prelevare la nuova dopo le 13.
Ok, perfetto!
Ci ritorno nel pomeriggio, verso le 6.
IO: "Mi scusi, sono venuta stamattina, ho lasciato la tessera e mi avete detto di ritornare a prendere quella nuova".
IMPIEGATO1: "Si accomodi in questo ufficio e chieda al mio collega".
IO: "Ok, grazie".
Entro nell'ufficio che mi è stato indicato e ripeto la stessa domanda.
IMPIEGATO2: "Adesso vediamo se è pronta!".
Nel frattempo che io pensavo "Andiamo bene! Ma non doveva essere consegnata a vista?", l'impiegato2 cerca la mia scheda tra un po' di scartoffie, ogni tanto mi chiede conferma della data di nascita o del nome, ma niente da fare.
Dopo averle visionate tutte e constatato che la mia non c'era, mi dice:
IMPIEGATO2: "Allora probabilmente è pronta, vada nell'ufficio accanto e chieda al mio collega".
IO: "Va bene, vado", ho pronunciato ad alta voce, ma nel frattempo chissà perchè pensavo la stessa cosa di prima e cioè "Andiamo bene!".
Esco dall'ufficio ed entro in quello accanto e per la terza volta ripeto la stessa, identica domanda. L'impiegato3 si allontana un attimo e finalmente torna con la mia tessera nuova di zecca. Una firmetta e sono in grado di esercitare il mio diritto/dovere di voto per altre 18 volte senza problemi.
Però una domanda mi rimane: negli uffici sopracitati, non era meglio farmi fare il percorso inverso? Prima verificare se il documento richiesto fosse pronto e poi, eventualmente occuparsi della sua ricerca all'interno di quei pochissimi metri quadrati di uffici? Boh!