martedì 27 ottobre 2009

I piccoli folletti

In realtà non avrei granchè da raccontare, ma voglio assolutamente togliere il “lugubre” post precedente e quindi vi racconterò dei bimbetti che riempiono i miei pomeriggi.
Quest’anno ce ne sono diversi piuttosto piccoli.
Il più piccolo in assoluto non ha ancora 6 anni, caschetto biondo, occhiali grandi e una faccina da birbante. In questo momento è alle prese con le vocali, ma per lui è un duro lavoro soprattutto star fermo. Quando si stanca di scrivere delle lettere che nemmeno sa leggere, decide che è il momento di andare a far pipì e così entra ed esce dal bagno sotto lo sguardo divertito di tutti.
Poi ci sono due bambine che frequentano la seconda elementare e che non possono essere più diverse l’una dall’altra! Una biondissima, l’altra mora. Una ordinatissima e precisa, l’altra la personificazione del disordine e del caos.
La biondina poi è proprio carina. Le mancano un po’ di dentini davanti e quando sorride (in pratica sempre) è proprio carina. In più ha una risata fragorosa e contagiosa che all’improvviso si sente scoppiare e allora tutti ci ritroviamo inevitabilmente con un sorriso stampato sul viso. La sera quando va via, un bacino è assicurato a tutti quanti!
La scurissima bimbetta è come una farfalla, svolazza in continuazione a destra e sinistra e la sua caratteristica inconfondibile è una: scrive il 5 al contrario. Ma come fa?
Infine non posso non nominare il piccolo imbronciato perenne (su 10 parole, 4 sono lamentele ) e il mio tenerissimo, intelligentissimo, vispissimo F.
Posso dirlo? E’ il mio preferito! Ma voi non diffondete la notizia. Shhhhhhhhhhhhh

giovedì 22 ottobre 2009

Perchè...?

Oggi mi sono ritrovata a leggere due post particolari.
Il primo parla di una mamma e di una figlia che stanno affrontando un momento difficile, ma sono unite più che mai dall’amore reciproco.
Il secondo parla di un papà fiero che augura buon compleanno alla sua piccolina.
Entrambi traboccano d’amore.
Io però mi sono ritrovata con qualche lacrimuccia dispettosa che scendeva giù.
Mi sono tornate in mente quelle parole che tanto odio, quell’atteggiamento che non sopporto, ma che devo far finta di ignorare, di non vedere, di non sentire. Far finta che mi scivoli addosso senza far danni.
E invece non è così.
Non sopporto di vederti così.
Perchè, quando era necessario, non hai dimostrato anche solo un pizzico di attaccamento alla vita e a me? Perchè non lo dimostri mai?
Non ho mai capito fino in fondo se le mie conclusioni sono vere, ma se è così perchè non menti spudoratamente?

mercoledì 21 ottobre 2009

Grazie


Piccola parolina, eppure a volte controversa.
In che senso?
Qualche tempo fa ho ascoltato mia zia sostenere che tra parenti questa parola è superflua, perfettamente inutile ed anche un po’ fuori luogo. Quindi, sempre secondo la sua tesi:
se vai a trovare un parente che sta male, non devi sentirti dire grazie.
se telefoni per informarti su come vanno le cose, non devi sentirti dire grazie.
se dai un aiuto materiale o morale, anche questa volta non devi sentirti dire grazie.
Tutto ciò l’ha detto anche con una faccia abbastanza scocciata perchè invece lei se lo sente dire ogni volta. Invece, siccome fa le cose col cuore (permettetemi di dubitarne, visto che la conosco per quello che è), non vuole essere ringraziata perchè è suo dovere comportarsi in un certo modo (ma non è una contraddizione???)
Io non mi sono intromessa nella chiacchierata perchè non fa parte del mio carattere parlare o esprimere il mio pensiero per forza e poi perchè non m’interessava farlo.
Ma per quanto mi riguarda, trovo che sia di cattivo gusto giudicare chi ti ringrazia per un qualsiasi motivo. Se lo fa per dovere, per rispettare le apparenze e le buone maniere, problemi suoi.
Ma se lo fa con il cuore, perchè lo sente sul serio, perchè ha bisogno di esprimere a parole il suo stato d’animo, perchè non dovrebbe avere la libertà di farlo?
Ecco, io la penso così.
E tra l’altro ho detto “grazie della chiacchierata” proprio ieri. E se l’ho fatto non era certo per dovere…

sabato 17 ottobre 2009

Ma dove sta scritto?

Non riesco a capire come mai tutti si aspettino da me che io sia paziente, sempre sorridente, tollerante, generosa, altruista e chi più ne ha più ne metta.
Dovrei essere una sorta di miss perfezione. Accettare tutto ciò che mi dicono, che mi chiedono, che m’impongono senza avere reazioni di alcun tipo. MA DOVE STA SCRITTO?
A volte sono intollerante, in preda agli scatti d’ira, intransigente, egoista, insofferente, ho delle reazioni di chiusura totali? CHISSENEFREGA, ne avrò pure il diritto!


“Che sarà mai?! Oggi non ti si può parlare!”.
E non parlatemi, lasciatemi in pace, mica si deve parlare per forza!
La perfezione non esiste o comunque non sono io. Rassegnatevi!

giovedì 15 ottobre 2009

Oggi....



....non mi va di fare niente.
COME SI FA?

domenica 11 ottobre 2009

La famiglia

La mia famiglia è sempre stata disastrata.
Basti pensare al fatto che mia madre aveva due fratelli. Uno è morto ormai da molto tempo ed io non l’ho mai conosciuto, l’altro, con relativa famiglia, l’ho conosciuto all’eta di 13-14 anni circa. (Adesso non ricordo con precisione).
Così di punto in bianco mi sono ritrovata a frequentare degli zii e dei cugini, di cui, fino a quel momento, non avevo conosciuto nè i nomi, nè tantomeno i visi. Perfetti sconosciuti che si sono insinuati nella mia vita e nella mia quotidianità, che io guardavo con sospetto, ma anche con una certa curiosità.
Dal lato paterno le cose SEMBRAVANO andare meglio. Conoscevo tutti, li avevo sempre visti e frequentati e quindi rientravano nella normalità del mio piccolo mondo. Gli unici che frequentavo di meno erano i miei cugini che abitavano dall’altra parte della Sicilia, ma questo era dovuto solo a questioni di distanze oggettive.
Poi ecco che anche lì succede il patatrac.
Quelli che sembravano dei legami solidi, alla fine non si rivelano altro che falsi legami. Vengono fuori i rancori personali, i dispetti reciproci, le difficoltà nel parlarsi, nel mettersi d’accordo, le falsità,…
E così: un disastro!
Con alcuni ci si continua a frequentare, con altri i rapporti si raffreddano, fino a spegnersi del tutto. Praticamente vi è una divisione netta in due parti distinte e contrapposte. Ognuno continua con la sua vita, si verificano nascite e matrimoni ,malattie e tutto ciò che caratterizza la vita quotidiana, da una parte e dall’altra.
Oggi improvvisamente sembra che qualcosa stia cambiando. E se cambierà in positivo, sarà merito solo ed esclusivamente del potere fenomenale che posseggono i bimbi.
Può darsi che si riveli, invece, solo un fuoco di paglia. Io propendo per questa seconda alternativa. E a volerla dire proprio tutta, forse faccio un po’ il tifo perchè sia proprio così.
Ok, chiamatemi pure intransigente. Non m’importa!
La realtà dei fatti è che i rapporti non sono mai stati solidi, apparivano tali soltanto ai miei occhi di bambina. E se non lo erano prima, io non crederò mai possano diventarlo adesso, dopo quasi 10 anni di silenzio e dopo tante occasioni buone per rimetterli in sesto.
Anche perchè sono persone che non sanno fare il primo passo (e l’hanno dimostrato con i fatti e con le parole, più e più volte), ma, cosa ancora più grave, è che non accettano nemmeno il primo passo fatto nei loro confronti.
E allora è meglio che ognuno continui con la propria vita!

mercoledì 7 ottobre 2009

Ancora la scuola e il buonsenso

Eh, sì proprio così. A parte le questione dei compiti assurdi e fuori dalla portata dei bambini, un’altra questione incombe.
Un’altra questione che denota quanto buonsenso ci si metta nella gestione degli istituti.
L’istituto magistrale è stracolmo di studenti, tanto che non ce la fa ad ospitarli tutti. Sono costretti quindi a turni pomeridiani alternati tra i vari indirizzi di studio. Questo ha determinato uno sciopero ad oltranza fino alla settimana scorsa, manifestazioni e cortei vari. Non hanno certo torto! Anche perchè quelli con maggiori problemi sono, come sempre, i pendolari che devono conciliare con gli orari della scuola, anche quelli dei mezzi pubblici.
E vabbè, direte. Sono cose che capitano! Lo spazio è quello che è e gli studenti sono troppi.
Il colmo è che molte altre scuole hanno offerto ospitalità nei loro locali. E il preside che fa? Ringrazia e rifiuta.
Adesso vorrei capire dove è andato a finire il buonsenso, perchè io francamente non ne vedo nemmeno un briciolo.

domenica 4 ottobre 2009

Cominciamo bene!

La scuola è iniziata da una quindicina di giorni appena e già cominciamo con la prima arrabbiatura della stagione.
Per chi mi segue da un po’, sa già che il pomeriggio faccio doposcuola e ho a che fare con bambini e ragazzi di ogni età. Tra di essi, vi è un ragazzino che adesso frequenta la seconda media e che “ha” l’insegnante di sostegno. Lo seguo da quando andava in seconda elementare, da quando cominciava a srivere a metà riga, da quando disegnava in un piccolo spazietto pur avendo un intero foglio a disposizione, da quando colorava una figura solo in parte, da quando non riusciva a fare niente autonomamente, da quando non sapeva leggere, da quando doveva fare copiati su copiati per migliorare la concentrazione,…
E’ normale che gli sia particolarmente affezionata e che quindi me la prenda non appena qualcosa non vada per come dovrebbe andare.
E tanto per non migliorare le cattive abitudini, l’anno è cominciato proprio maluccio.
Nessuno che si degni di controllare dove scriva i compiti e se li scriva correttamente.
Gli assegnano le stesse cose degli altri compagni, così ci ritroviamo con un intero capitolo di storia pieno di nomi di popolazioni, personaggi storici e via dicendo o con due pagine di esercizi di grammatica che richiedono una certa attenzione e uno sforzo per lui notevole.
Per non parlare poi di quella sorta di ritorsione da parte dell’insegnante di matematica che pretende chissà cosa! Non sa fare le operazioni da solo. E allora? Deve essere guidato, facilitato e non intimidito o rimproverato per delle mancanze che sono più che giustificate da pagine e pagine di cartelle cliniche.
E’ inutile pretendere più di quello che può dare. Riesce a mantenere l’attenzione per un po’, poi basta. Che senso ha allora infierire in questo modo? Non lo capirò mai!


PS: chiedo scusa a tutti gli insegnanti che eventualmente passino di qui e si ritrovino a leggere queste parole. Non voglio generalizzare. Sto parlando di questo caso e soltanto di questo con cui sono a contatto ogni giorno.